Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta il carnevale di Seano era una grande festa partecipata da tutti i seanesi, anche se organizzata con il poco che c’era a disposizione. All’epoca non c’erano, come ora, trattori o carrelli su cui montare le gabbie che trasportavano le persone mascherate. Non c’era nemmeno la possibilità di noleggiare gli abiti. O almeno non era diffusa. Ci si arrangiava con metodi fai da te, e forse il bello era proprio quello. Non mancava neppure la satira e l’ironia rispetto alla vita, spicciola, di tutti i giorni: in una delle prime uscite fu preso di mira il Consiag e le ripetute interruzioni d’acqua dei mesi prima.
Seano era un paese di maglifici, telai e piccoli laboratori artigianali legati al tessile pratese. C’erano tanti furgoni e camion usati per lavorare. Su quei mezzi venivano montati megafoni che servivano per trasmettere la musica e per parlare; sul retro salivano le persone mascherate, che indossavano nella maggior parte dei casi abiti che erano stati cuciti dalle sarte di Seano, esibendo cartelli e lanciando coriandoli.
“La prima edizione del carnevale risale al 1978 ed è terminata quattro anni più tardi per mancanza di volontari, per essere poi ripresa dopo tanti anni di interruzione nel 2006” racconta Alessio Bracciotti (46 anni), che se la ricorda con gli occhi del bambino.
La sfilata si svolgeva nella giornata di domenica e il percorso partiva da via Lame, dove adesso si trova l’asilo nido, e proseguiva per via Baccheretana fino al distributore di benzina. Da lì la sfilata tornava indietro per terminare con il gran finale in piazza IV Novembre. Questo sì, un po’ come ora. “La piazza si riempiva di vari personaggi, tra cui frati, suore, anziani e infermieri che trasportavano siringhe giganti” – dice Alessio -. L’evento era molto sentito e partecipato da tutti i seanesi, che anche nel giorno di martedì grasso scendevano in piazza e facevano la guerra di uova e farina”.
Oltre alla sfilata c’era anche la tradizione di partecipare durante la sera di carnevale al gioco della “pentolaccia”, che veniva organizzato nel salone della casa del popolo. La pentolaccia era una mosca cieca in cui veniva bendata una persona, che dopo avere girato per più volte su se stessa, doveva muovere in aria un bastone cercando di colpire le pentole di coccio, che pendevano dal soffitto, da cui poi cadevano coriandoli, farina e anche premi.
“Dal 2006 abbiamo deciso di riprendere la tradizione del carnevale, perché la festa era passata sotto silenzio per troppi anni – prosegue Alessio, che del rinascita del Carnevale è stato uno tra i tanti artefici – il primo anno c’erano soltanto quattro carri e poi le gabbie che trasportavano i bambini”. Adesso ne sfilano dieci, grazie al lavoro dei volontari e della compagnia di San Rocco, che mette a disposizione carrelli, trattori e l’assicurazione. Chi vuol sfilare o realizzare un carro basta che si faccia avanti e proponga la sua idea. I temi sono tratti dall’attualità, dallo spettacolo ma anche dalla vita di paese, come ad esempio le suore di Seano. Per l’edizione 2006 sfileranno “Il Ciclone”, Grease e i Minions. Ma ci sarà anche una novità, già annunciata.
“Uno dei carri – conclude Alessio – sarà prestato dalla festa di San Michele (la spumeggiante festa di teatro in stradadi ogni fine settembre a Carmignano ndr), in particolare sarà prestato dal rione Giallo”. (Valentina Cirri)
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