Non conoscono sosta le ricerche sulle origini di Leonardo da Vinci, il genio del Rinascimento italiano la cui nonna paterna era nativa di Bacchereto. Dopo le indagini effettuate dal biomedico Luigi Capasso, che di recente hanno gettato una nuova luce sulla provenienza della madre dell’artista, ipotizzando che la donna fosse una schiava importata da un paese mediorientale, giovedì 14 aprile 2016, alla vigilia del giorno natale di Leonardo, lo storico dell’arte Alessandro Vezzosi ha reso noti gli studi condotti per oltre quarant’anni sulla discendenza del padre del pittore. Sulla scorta delle ricerche iniziate appunto nel lontano 1973 Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Vinci, ha ricostruito l’albero genealogico di ser Piero e ne ha rintracciato trentacinque discendenti attualmente in vita, tra i quali spicca il nome illustre del regista Franco Zeffirelli.
Leonardo nacque il 15 aprile 1452, primogenito del sopraddetto ser Piero, notaio fresco di studi destinato ad una brillante carriera nell’ambito della Signoria fiorentina, e di una non meglio identificata Caterina, una contadina di Vinci, come si è creduto per alcuni secoli, oppure una schiava proveniente da una terra lontana, come si suppone da poco tempo a questa parte, figlio di una relazione priva di futuro. In quello stesso anno infatti il padre si unì in matrimonio ad Albiera di Giovanni Amadori, una fanciulla appartenente all’alta borghesia del capoluogo toscano, mentre nel 1454 la madre andò in sposa ad Antonio Buti detto l'”Accattabriga”, un fornaciaio che possedeva dei terreni nei pressi del villaggio. Qualunque fosse la sua origine, è certo che la condizione sociale di Caterina non le permetteva di aspirare alla mano di un uomo di legge, tuttavia la famiglia di ser Piero si preoccupò di rimediare al comportamento libertino tenuto dal giovane assicurando alla ragazza una sistemazione decorosa, mediante un matrimonio di convenienza che venne presumibilmente officiato al termine dell’allattamento del bambino, un periodo di tempo che all’epoca durava mediamente diciotto mesi, il che può giustificare i due anni trascorsi tra il momento del parto e quello delle nozze. Con ogni probabilità fu in concomitanza di quest’ultimo avvenimento che il piccolo fece il suo ingresso nella casa paterna.
Dopo il matrimonio Caterina partorì in veloce successione cinque figli, quattro femmine e un maschio: Piera (1454), Maria (1457), Lisabetta (1459), Francesco (1461) e Sandra (1463); ser Piero al contrario non ebbe prole né dalla prima moglie, Albiera, scomparsa nel 1564, né dalla seconda, Francesca di Giuliano Lanfredini, sposata nel 1465 e defunta nel 1473, ma dovette attendere le terze e le quarte nozze, celebrate rispettivamente con Margherita di Francesco – sposata intorno al 1475 e deceduta circa dieci anni più tardi – e con Lucrezia di Guglielmo – sposata intorno al 1486 e deceduta dopo il 1520. In poco più di un ventennio l’uomo mise al mondo ben undici figli: Antonio (1476), Maddalena (nata e morta nel 1477), Giuliano (1479), Lorenzo (1484), Violante (1485), Domenico (1486), e poi Margherita (1491), Benedetto (1492), Pandolfo (1494), Guglielmo (1496), Bartolomeo (1497) e Giovanni (1498). Partendo da questa numerosa discendenza e seguendo le sue molteplici diramazioni attraverso il dipanarsi di quindici generazioni, Alessandro Vezzosi con infinita pazienza è riuscito ad individuare trentacinque eredi di ser Piero ancora in vita, arrivando a scoprire che tra questi figura il regista fiorentino Franco Zeffirelli.
Il noto cineasta, che in tempi recenti ha peraltro rivelato il suo affetto per la terra di Vinci, nel 2007 rilasciò una dichiarazione che all’epoca venne interpretata come una battuta di spirito ma che invece nascondeva un elemento di verità. In occasione del conferimento del Premio Leonardo, consegnatogli al Quirinale dal presidente Napolitano, Zeffirelli effettivamente affermò di discendere dalla stessa stirpe del celebre artista, e nel corso della conferenza “Leonardo vive” Vezzosi ha chiarito il mistero. Franco Zeffirelli, che all’anagrafe si chiama Gianfranco Corsi, è figlio di Ottorino Corsi, nato e cresciuto a Vinci e successivamente trasferitosi a Firenze, e nipote di Olinto Corsi, uno dei personaggi più in vista nella cittadina alla fine dell’Ottocento. I Corsi, ha chiarito lo storico dell’arte, si imparentarono con la famiglia di Leonardo nel 1794 grazie al matrimonio tra Michelangelo di Tommaso Corsi e Teresa Alessandra Giovanna di ser Antonio Giuseppe da Vinci, discendente diretta di ser Piero, e come ulteriore prova ha aggiunto che due abitazioni appartenute anticamente agli eredi del facoltoso notaio passarono poi agli antenati del famoso regista.
Le indagini eseguite da Alessandro Vezzosi, affiancato negli ultimi tempi dalla storica Agnese Sabato, presidente della Associazione Internazionale Leonardo da Vinci, hanno insomma dimostrato che la progenie cui apparteneva il grande pittore non si è estinta, e questo risulta particolarmente interessante perché a questo punto si apre la possibilità di recuperare almeno in parte il Dna di Leonardo. “Ma questa eventualità – ha concluso Vezzosi – sarà oggetto di un prossimo convegno a cui parteciperanno biologi ed antropologi con i quali stiamo già collaborando”. (Barbara Prosperi)