Da qualche tempo a questa parte si susseguono a ritmo serrato le indagini sulle origini di Leonardo, il grande artista rinascimentale le cui radici affondano nel borgo di Bacchereto, e a seguito delle rivelazioni fatte di recente dallo storico dell’arte Alessandro Vezzosi sembra essere a portata di mano la possibilità di ricostruire il Dna del genio di Vinci. Il 14 aprile 2016, vigilia del giorno natale del pittore, lo studioso ha infatti pubblicamente dichiarato di aver rintracciato trentacinque discendenti di Leonardo ancora in vita, tra i quali figura anche il noto regista Franco Zeffirelli (vedi “I discendenti di Leonardo” di Barbara Prosperi). Benché l’artista non avesse avuto prole, è noto che il padre, ser Piero, dopo il primogenito aveva generato altri dodici figli, e al termine di oltre quarant’anni di ricerche condotte attraverso l’Italia, la Francia e la Spagna, Vezzosi è riuscito ad identificarne gli eredi, dimostrando mediante la ricomposizione dell’albero genealogico della famiglia che la stirpe cui apparteneva Leonardo non si era estinta così come si riteneva da tempo.
Poche settimane dopo la conferenza-stampa tenuta dallo storico, lo scorso 2 maggio, anniversario della morte del genio del Rinascimento italiano, si è svolto a Firenze, nella elegante cornice di Palazzo Panciatichi, un convegno di respiro internazionale a cui hanno preso parte studiosi provenienti da varie parti del mondo. Nel corso dell’evento è stato illustrato il programma del “Leonardo da Vinci Project”, la cui finalità principale è quella di recuperare il corredo genetico del celebre pittore e di compararlo con quello di ser Piero e dei suoi discendenti sia vivi che morti. Ma se del padre dell’artista e di altri suoi congiunti si conoscono i luoghi della sepoltura, resta ancora da appurare se sia possibile ritrovare in Francia i resti di Leonardo, oppure reperirne qualche traccia biologica sui dipinti o sui disegni. Per questo motivo nel 2014 si è attivato un gruppo internazionale di specialisti che muovendosi su più fronti sta effettuando delle indagini accurate presso il castello di Amboise, dove il pittore toscano terminò i suoi giorni, a Milano, dove forse morì e fu sepolta la madre dell’artista, Caterina, e a Firenze, presso la tomba di famiglia di ser Piero. (Barbara Prosperi)