Nei cantieri si lavora ancora. Lo si farà probabilmente fino all’ultima notte, come sempre. Il San Michele, con la sua spumeggiante gara di teatro in strada tra quattro rioni, di fatto è comunque pronto a scendere in piazza. Lo spettacolo si ripeterà per due notti e un lungo pomeriggio. E la vera novità saranno, come ogni anno, le storie raccontate dalle quattro contrade, mai uguali a se stesse. La tre giorni sarà venerdì 28, sabato 29 e domenica 30 settembre; e fino ad allora le sfilate che ogni contrada metterà in scena si potranno solo immaginare: mezzora a testa e centinaia di figuranti, carri che diventano macchine sceniche, costumi che si srotolano e diventano anch’esse scenografie, un’idea, un racconto e naturalmente teatro.
Il primo velo sulle sfilate era caduto lo scorso giugno. Ma di fatto l’unica cosa svelata erano stati i titoli: per il resto solo piccoli accenni ermetici, un po’ per pretattica e un po’ per tradizione. Si sa che il racconto dei gialli, vera sorpresa degli ultimi anni, tornati a vincere nel 2016 dopo un digiuno che durava dal 1971, prenderà le mosse dal 1947: lo scrivono loro stessi, presentando “Giro Girotondo”. Il bianco, azzardiamo, potrebbe ripercorrere con “Silenziosamente” la storia del Novecento. Un Novecento visto da Carmignano s’intende, perché così impone il regolamento. Oltre è ancora buio pressoché totale: i verdi con “Non si sa come” e i celesti con “Solo se avrai coraggio”.
Si sa che le sfilate devono parlare del paese, altrimenti sarebbero escluse. Un limite, ma solo apparentemente. La bravura dei rionali, la gran parte prestati al teatro solo per pochi giorni l’anno, è infatti tale che alla fine quasi mai si ripetono e ogni volta in piazza rivivono frammenti diversi di storia e di vita vissuta ripescati in vecchi libri e ricordi, ogni rione con le proprie corde ma sempre messi in scena con grande maestria ed originalità. Con quel guizzo anche che fa la differenza e toccando, nelle ultime edizioni, pure temi importanti, profondi e sociali, oppure l’attualità.
E’ una piccola magia. Ed è una magia capace di coinvolgere un paese intero, anzi più paesi, di contagiare anche chi a Carmignano non è nato e di tramandarsi di generazione in generazione, dai bambini di pochi mesi che già sfilano con babbo e mamma agli ottuagenari che in piazza vogliono ancora esserci, piangendo per una sfilata persa anche a cinquant’anni, guardandosi in cagnesco nelle ultime settimane tra amici e parenti che vivono in contrade diverse. Tre ingredienti: creatività, adrenalina e passione, con un grande palcoscenico che ogni volta si apre al mondo per raccontare conquiste e momenti difficili di questo spicchio di territorio.
Il lavoro inizia molti mesi prima. Nei cantieri si tira la notte lunga, le sartorie sono per mesi uno stridere di macchine da cucire. E poi ci sono le iniziative e gli sponsor da cercare tutto l’anno per finanziare carri e costumi, perché il San Michele è anche una festa che costa e i biglietti d’ingresso e il contributo del Comune , sia pur importante, non basta. Una fatica. Un grande impegno. Ma accade oramai dagli anni Trenta, sia pur con qualche interruzione, e la voglia di scendere in piazza è ancora tanta.
L’anno scorso andò ai bianchi il palio dei ciuchi, corsa che appartiene alla tradizione ma che si è adattata alle diverse sensibilità dei tempi ed è sopravvissuta, disputata oggi con una staffetta che spezza la gara a metà, tre volte in tre giorni, e naturalmente senza frustini, colpi duri o speroni, pena la squalifica. Furono invece i verdi a vincere il trofeo più ambito, quello per il teatro in strada: la loro storia su Pasquale Meliota, ventunenne che si era nascosto a Carmignano per evitare l’imbarco per l’Albania e che il 17 gennaio 1944 fu l’unica vittima del bombardamento di Comeana fatto per errore dagli americani, ebbe la meglio nella giuria.
La giuria
Gli esperti saranno anche quest’anno quindici (cinque a giorno), gente di teatro e del mondo dell’arte scelti da un’agenzia specializzata e che arrivano da fuori Prato. I nomi saranno svelati a festa conclusa. Ma ogni sera, novità di questa edizione, ci sarà anche una riserva, per evitare che la giuria (in caso di un’assenza improvvisa o per l’esclusione eventuale di un giurato) rimanga zoppa.
Ingressi e bus
Venerdì 28 settembre alle 21 (e per tutti sarà una sorta di grande prova generale) si riparte da zero: prima a sfilare nella centralissima piazza Vittorio Emanuele II sarà la contrada bianca della Torre, quindi il giallo Leone, il rione verde dell’arte e la contrada celeste dell’Arcangelo. L’ingresso costa anche quest’anno sei euro: con uno in più, da pagare subito, si può visitare gratuitamente entro il 31 ottobre il museo archeologico comunale di Artimino. Una novità. Per sedere in uno dei seicento posti in tribuna (i migliori sono al centro della piazza, all’esterno la visione risulta parziale) vanno aggiunti come sempre altri dieci euro. La prevendita sarà il 26 settembre, alle 21, in palazzo comunale. Si parcheggia fuori paese, che si raggiunge con un comodo e gratuito bus navetta: da Seano (da dove il tragitto è più lungo) e dalla Serra.
Il trofeo
Il trofeo per la contrada vincitrice nella gara di teatro per il terzo anno consecutivo è stato offerto dall’Osteria dei Mercanti, ristorante del borgo, ed è ancora una volta una scultura in legno, dipinto, di due artisti della Val Gardena, Karl Demetz che l’ha scolpito e Caterina De Toni che le ha dato i colori. Naturalmente rappresenta San Michele. (wf)