La notizia è rimbalzata veloce per le vie del paese e su facebook. Del resto tanti erano stati gli appelli in questi anni per salvare l’abbazia di San Giusto, la chiesa millenaria sperduta in mezzo al bosco quasi in cima al Montalbano, un gioiello che stava cadendo a pezzi, chiuso da tempo e con il tetto oramai sfondato. E la notizia lascia ben sperare: attorno all’abbazia sono infatti apparse una serie di impalcature. “Non è ancora il restauro: per quello dovranno essere cercati i fondi – avverte l’assessore alla cultura del Comune, Fabrizio Buricchi – Per ora l’edificio sarà solo messo in sicurezza”. Ma dopo anni di inerzia e appelli a vuoto è già qualcosa. E l’assessore ringrazia. Ringrazia l’architetto Facchinetti della Soprintendenza ai monumenti, e ringrazia i carmignanesi – in particolare la memoria storica del paese, Mauro Bindi, per le ricerche in archivio e Giuseppe Mari per l’aiuto nelle 666 firme raccolte un anno fa – invitando tutti il 27 ottobre ad una conferenza serale in palazzo comunale sull’abbazia, che sarà anche l’occasione per dar costituire un comitato di cittadini amici del monumento. L’abbazia si accompagna ad un giallo: un passaggio di proprietà non chiaro e scarsamente documentato, all’inizio del Novecento, dallo Stato ai conti Contini Bonacossi della Tenuta di Capezzana, che negli anni Trenta e poi negli anni Sessanta restaurarono il monumento. Due anni fa Comune e Soprintendenza avviarono una ricerca. Ancora manca l’ufficialità. Ma i ponteggi montati nei giorni scorsi lasciano intuire che forse il mistero è stato risolto: con l’abbazia ‘di nuovo’ bene di tutti. (pubblicato sul Tirreno di Prato – Walter Fortini)
Lavori all’abbazia di San Giusto
L'edificio soffriva d'incuria. Nel 2010 una petizione
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