Dopo aver conquistato la delegazione toscana dell’Unpli, l’Unione nazionale che riunisce tutte le Pro loco d’Italia, il teatro in strada della festa di San Michele è sbarcato a Milano, entusiasmando l’Expo negli ultimi, affollatissimi giorni dell’esposizione, e rivelando appieno tutto il potenziale che la manifestazione carmignanese è in grado di esprimere.
E’ successo il 26 ottobre. A mettere a segno il colpo è stato il Rione Verde. L’onore di essere ambasciatore a Milano della festa è andato infatti al vincitore della sfilata dell’ultima edizione, durante la quale con “Sogno di Natale” ha portato in scena e ripercorso con i toni della leggerezza e della poesia la storia del dottor Pietro Nencioni, medico condotto di Carmignano dal 1938 al 1984, la cui biografia – punto di partenza per la rappresentazione – è stata pubblicata dalla nipote Sylva Batisti nell’autunno del 2012.
“La proposta della trasferta è arrivata la mattina del 30 settembre, poche ore dopo la proclamazione della vittoria – ci racconta Stella Spinelli, che rappresenta l’anima e il motore del Rione Verde -. Fabrizio Buricchi, assessore alla Cultura del Comune di Carmignano, ci ha infatti rivolto l’invito fattogli da Daniela Toccafondi, assessore alle Attività Produttive della Provincia di Prato, accesa ammiratrice della nostra festa, che si era offerta di portare ad Expo il rione vincitore della manifestazione”.
L’opportunità, veramente ghiotta, si è presentata nel momento in cui l’Anci, l’Associazione dei Comuni d’Italia, ha scelto Prato ed il suo comprensorio per rappresentare l’eccellenza del buon vivere italiano. “La Prato che vogliamo far conoscere al mondo – ha dichiarato l’assessore Toccafondi – è una città che può vantare prodotti di qualità assoluta, un territorio ricco e interessante, sia dal punto turistico che enogastronomico e artistico”. Così ha pensato bene di coinvolgere i sette Comuni che fanno parte della Provincia per indurli a presentare i prodotti che maggiormente li caratterizzano.
Carmignano ha scelto il vino, l’olio e i fichi secchi, ed anche la festa del santo patrono, una manifestazione che ormai da tempo travalica l’aspetto religioso e si segnala per gli elevatissimi risultati artistici raggiunti dal suo “teatro in strada”. E di tipo squisitamente teatrale – esclusivamente teatrale – è stato l’assaggio che ne è stato dato a Milano, considerato che per difficoltà di tipo economico e logistico era impossibile trasferire nel capoluogo lombardo i grandi carri, le scenografie, gli oggetti di scena più ingombranti e tutte le persone che hanno sfilato a settembre.
“Abbiamo dovuto reinventarci la messa in scena – prosegue Stella -, riducendo il numero dei figuranti da duecentocinquata a cinquanta, allungando i tempi dei balletti e puntando tutto sulla recitazione. Dopo aver svolto le prove del nuovo spettacolo nei giorni precedenti la partenza, alle 5 del mattino ci siamo messi in viaggio alla volta di Milano, e alle 14, dopo aver fatto il nostro ingresso nella corte di Cascina Triulza, siamo finalmente saliti sul palco. L’emozione era enorme”.
Ad assistere alla rappresentazione a fianco di Daniela Toccafondi c’erano Doriano Cirri e Marco Martini, sindaci rispettivamente di Carmignano e Poggio a Caiano, con gli assessori alla Cultura Fabrizio Buricchi e Giacomo Mari al loro seguito, e tanta, tantissima gente, di varia provenienza e varia nazionalità, tutta affascinata dalle musiche, dalle coreografie e dalle scene proposte dal Rione Verde.
“L’atmosfera era fantastica – ci confida Fabrizio Buricchi -. Si avvertiva in maniera palpabile la trepidazione dei nostri compaesani impegnati sul palco, si percepiva tutto il loro desiderio di esprimersi al meglio, e al tempo stesso la loro voglia di fare festa. Sono stati tutti bravissimi, ad un certo punto mi sono addirittura commosso”.
Alla fine gli applausi e gli apprezzamenti del pubblico hanno sciolto la tensione dei figuranti e li hanno ripagati di tutti i loro sforzi. “Abbiamo incontrato difficoltà burocratiche ed organizzative di ogni tipo – conclude Stella -, ma abbiamo lottato caparbiamente per sfruttare l’opportunità che ci era stata data, per esportare la manifestazione al di fuori dei suoi confini geografici, perché questa è la sfida che dobbiamo porci: far conoscere la nostra meravigliosa festa oltre i limiti che ancora la relegano ingiustamente a piccola realtà di paese”. (Barbara Prosperi)