C’è tempo fino a domenica 26 giugno per visitare la mostra fotografica “Islanda 2016 – Il disgelo” di Massimo Tommi, ospitata presso la Saletta Ambra dell’omonimo Circolo MCL di Poggio a Caiano, posto immediatamente dietro il campanile della chiesa dedicata a Santa Maria del Santissimo Rosario. L’esposizione consta di sessanta scatti realizzati dal fotografo carmignanese nel corso del suo recente viaggio nell’isola nordica, dove ha soggiornato dal 15 al 26 marzo scorso, e nella medesima sede il 12 maggio è stata anticipata da una proiezione preliminare di oltre cento immagini che ha riscosso un notevole successo di pubblico, a cui il 29 dello stesso mese è seguita una piccola anteprima presso il Podere Il Sassolo di Carmignano in occasione di Cantine Aperte.
Massimo è nato a Carmignano nel 1957, e dopo aver vissuto per molti anni a Poggio a Caiano si è trasferito in tempi recenti nei pressi di Comeana. Lavora da sempre nel campo dell’informatica applicata al settore tessile dell’abbigliamento, ma da oltre vent’anni coltiva l’arte della fotografia, un hobby che con il passare del tempo si è trasformato in una vera e propria passione. “E’ nato tutto da una trasferta di lavoro che ho effettuato in Australia nel 1994 – spiega Tommi -. Di fronte a degli scenari paesaggistici tanto diversi da quelli che ero abituato a vedere nel mio Paese, ho avvertito il desiderio di catturare delle istantanee dei luoghi visitati, così sono entrato nel negozio di un fotografo locale ed ho acquistato sul posto una Reflex manuale”.
Nel corso degli anni Massimo ha soggiornato in una cinquantina di nazioni straniere, e pur avendo iniziato da autodidatta ha progressivamente affinato le proprie capacità tecniche ed espressive, passando nel tempo al mezzo digitale ed arrivando a realizzare delle fotografie che non possono più essere classificate come semplici immagini di viaggio ma come autentiche opere d’arte. “A mano a mano che progredivo nella pratica della disciplina fotografica – confessa Tommi – ho cominciato a perseguire l’obiettivo di dare vita a degli scatti d’autore. Per raggiungere questa finalità è necessario in primo luogo abituare l’occhio a vedere, ovverosia a cogliere determinati soggetti o situazioni che meritano di essere immortalati, successivamente valutare attentamente le condizioni dell’ambiente e della luce, infine lavorare accuratamente in fase di postproduzione”.
Pur definendosi un fotografo eclettico, Massimo preferisce dedicarsi ai soggetti naturalistici che lo mettono in condizione di entrare in contatto con le bellezze del creato e con le persone, e predilige lavorare all’aria aperta con l’utilizzo della luce naturale. Tra i Paesi che più lo hanno affascinato si segnalano il Myanmar, esplorato nel 2014, e appunto l’Islanda, che aveva visitato nel 2012 ed aveva lasciato in lui una profonda nostalgia. “Ci sono tornato a distanza di quattro anni, dopo aver pianificato la trasferta nei minimi dettagli – racconta Tommi -, avendo scelto attentamente le località in cui soggiornare, le attrazioni da fotografare, perfino il periodo più favorevole per condurre al meglio ciò che mi ero proposto di realizzare”.
Massimo ha scelto marzo perché rispetto ad altri momenti dell’anno in quel mese ci sono parecchie ore di luce, temperature relativamente miti e condizioni atmosferiche non particolarmente avverse. “In quei dodici giorni – ricorda – ho catturato immagini di terra, di mare e di cielo, passando dai vulcani agli iceberg, dalle cascate alle aurore boreali, che ho atteso pazientemente con lunghi appostamenti nelle ore notturne. In quel periodo grazie all’innalzamento delle temperature i ghiacciai e i nevai diffusi sul territorio stavano iniziando a sciogliersi in maniera sensibile – prosegue -, e questa particolare situazione climatica mi ha suggerito l’idea di dare al mio lavoro il titolo di “Islanda 2016 – Il disgelo”. Adesso una selezione di quegli scatti ricchi di fascino e di suggestione è esposta al Circolo Ambra, dove la mostra è aperta per tutto il finesettimana dalle 16 alle 22.
Il desiderio di Massimo Tommi, che è molto attivo all’interno del Gruppo Fotografico Mediceo di Poggio a Caiano e del Gruppo Fotografico Il Cupolone di Firenze, è quello di riuscire ad imporsi nel difficile mondo della fotografia d’autore. Al suo attivo ha già una prestigiosa serie di mostre, pubblicazioni e vittorie conseguite nell’ambito di concorsi nazionali, e due delle tante immagini riportate dal Myanmar sono state selezionate dal National Geographic tra i migliori scatti dei mesi di novembre 2014 e gennaio 2015. “Intanto io continuo ad applicarmi con impegno e con tenacia – conclude il fotografo carmignanese -, perché una volta che ha preso il via non si può ignorare una passione così forte”. (Barbara Prosperi)