La parrocchia di Carmignano e San Francesco d’Assisi sono legati in maniera profonda e indissolubile da più di otto secoli a questa parte. Era infatti il 1211 quando il fondatore dell’Ordine dei Frati Minori sostò lungo il suo cammino nel piccolo borgo toscano, per diffondervi il suo messaggio di pace, fratellanza ed umiltà, che venne subito recepito dalla gente del posto.
Tra i tanti carmignanesi convertiti dalle parole di Francesco si annovera il beato Giovanni Parenti, che abbandonò una brillante carriera di giureconsulto per abbracciare gli insegnamenti del “Vangelo”, e fu nominato primo ministro dell’Ordine immediatamente dopo la morte del poverello d’Assisi. Al momento del suo passaggio a Carmignano era insieme al santo il beato Bernardo di Quintavalle, il suo primo discepolo, che in quello stesso anno fondò nel villaggio la comunità, la chiesa e il convento francescani delle origini. Il primo edificio ecclesiastico, che fu forse dedicato a San Luca, era un piccolo oratorio. Ma poiché l’aumento della popolazione e il concorso dei fedeli lo resero in breve insufficiente a contenere grandi quantità di persone, nel secolo successivo ne venne eretto uno più ampio, che fu intitolato a Francesco.
Di quest’ultimo, ma soprattutto di Bernardo, di Giovanni, della storia della comunità e delle due chiese minoritiche di Carmignano vogliamo parlarvi attraverso una trilogia di articoli che intendono rendere omaggio alle tradizioni francescane del territorio, ancora vive e presenti a distanza di tanto tempo, ed intensamente vissute particolarmente dai parrocchiani del capoluogo posto sul versante orientale del Montalbano. (Barbara Prosperi)
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Nel segno di San Francesco
Il santo, la chiesa, Bernardo e Giovanni
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