Sarà presentato in anteprima assoluta sabato 5 agosto alle ore 21 presso la Rocca di Carmignano, in occasione dell’apertura di “Calici di Stelle”, e verrà poi replicato anche nelle altre tre serate della manifestazione, il film documentario “Il Maestro DiVino” (qui il trailer) del giovane videomaker pratese Simone Ducci, che attraverso la messa in scena di una piccola storia di vita quotidiana ha inteso rendere omaggio alla bellezza e alla storia del territorio mediceo, raccontandole attraverso l’attività di chi lavora la terra e produce il vino, una forma d’arte a tutti gli effetti.
“Il progetto di questo film – ci spiega Simone – è nato qualche mese fa da un’idea di un mio amico sommelier, Leonardo Bigi, che dopo aver visto un video che avevo girato sul tessile nella città di Prato mi ha proposto di realizzare qualcosa di simile anche su Carmignano. Questa prospettiva mi è subito piaciuta, perché avevo già avuto modo di conoscere la vostra splendida terra e me ne ero realmente innamorato. A differenza dei lavori che avevo effettuato in precedenza ho però deciso di non percorrere la strada di un documentario di tipo tradizionale, perché non volevo correre il rischio di dare vita ad un prodotto monotono e noioso, così ho pensato ad una trama che nel suo semplice sviluppo mi consentisse di mostrare in maniera adeguata il vostro territorio, la natura, i paesaggi, le architetture”.
La narrazione prende il via quando Elena, una studentessa di enologia interpretata da Ilaria Mercaldo, si presenta presso la tenuta di Lorenzo, un fattore impersonato dall’ex assessore alla cultura e al turismo di Carmignano Fabrizio Buricchi, che la conduce in giro attraverso i luoghi più caratteristici del comprensorio, illustrandone le innumerevoli meraviglie. Spaziando dall’abbazia di San Giusto alla Rocca di Carmignano, dalla villa medicea di Artimino a quella di Poggio a Caiano, passando per i musei locali e la cantina di una azienda vitivinicola, il film di Ducci mette in evidenza incantevoli scenari naturalistici e spettacolari scorci paesaggistici (catturati anche attraverso l’impiego di un drone pilotato da Fabio Mazzoni),e fornisce una preziosa testimonianza sul valore del lavoro dell’uomo, che attraverso l’arte di coltivare la terra ha saputo plasmare nei secoli una realtà ambientale di rara bellezza e armonia.
Il filo conduttore della storia è tenuto da Giovanni Cipriani, docente di storia moderna all’Università degli studi di Firenze, voce narrante della vicenda, che tra gli altri vede anche il coinvolgimento di Bruno Caverni, presidente dell’associazione italiana sommelier di Prato. Simone Ducci ha curato interamente la sceneggiatura, la regia, la scenografia e la fotografia del documentario, che dura poco più di 40 minuti ed è accompagnato delle musiche dei Nuur. L’iniziativa si avvale del patrocinio e del contributo dei Comuni di Carmignano e Poggio a Caiano e del supporto e della collaborazione dall’Ais Toscana, dell’Accademia dei Georgofili e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La realizzazione del film è stata conclusa nel giro di appena un mese, tra giugno e luglio 2017, “ma – precisa Simone – si sarebbe potuto impiegare molto meno tempo se non avessi dovuto dividermi tra questo progetto e il lavoro che svolgo quotidianamente”.
Ducci sogna di poter trasformare la sua passione per la macchina da presa in una vera professione prima o poi. “Mi auguro anche di riuscire a presentare questo documentario in Italia e soprattutto all’estero, per far conoscere la bellezza e le risorse di Carmignano e dei suoi dintorni – racconta -. Avete un territorio veramente straordinario, ricchissimo, a cui non manca niente da qualunque punto di vista lo si voglia guardare, ed è giusto che se ne faccia una opportuna promozione per accrescerne l’immagine e favorirne lo sviluppo. Natura, arte, storia, tradizione, folklore, sono numerosissimi gli elementi che rendono eccezionali queste colline. Una delle cose che più mi ha colpito quando sono venuto nel vostro paese alcuni anni fa è stata la festa di San Michele. Ho partecipato a quella edizione perché facevo parte del corteo storico di Prato, che era presente alla manifestazione, e dopo aver sfilato ho avuto la possibilità di assistere attentamente a tutto lo svolgimento della festa. Mi sono trovato catapultato all’improvviso in uno spettacolo incredibile, con storie, costumi, musiche di grandissima qualità ed altamente coinvolgenti, che mi hanno emozionato tantissimo. Non conoscevo la manifestazione pur abitando a pochi chilometri di distanza dal luogo in cui si tiene e ne sono rimasto profondamente affascinato. E’ anche ripensando a questa festa che ho trovato dentro di me la chiave per raccontare nel modo più indicato la storia e la bellezza di Carmignano”. Un po’ come, ogni anno a settembre, fa appunto la festa di San Michele. (Barbara Prosperi)