Martedì 31 ottobre alle ore 21 nella sala consiliare di Carmignano il Gruppo d’Incontri Il Campano, in collaborazione con l’Associazione turistica Pro Loco e con il patrocinio del Comune della cittadina medicea, presenterà la conferenza “Cambiamento climatico. Modificare gli stili di vita per salvare il pianeta”. L’incontro sarà presieduto da Daniela Nucci, coordinatrice del gruppo culturale nato a Carmignano nel 2012, ecologista di lungo corso, e dopo i saluti del sindaco Edoardo Prestanti e del presidente della Pro Loco Carlo Attucci interverranno l’agronomo Lorenzo Orioli, docente di ecologia all’Università degli Studi di Firenze, e il coltivatore Andrea Landini, presidente del Consorzio Agrario di Firenze e Prato.
Quello del cambiamento climatico è un tema dalle implicazioni complesse e profonde che negli ultimi anni si è rapidamente imposto all’attenzione della popolazione a causa dell’incidenza dei suoi effetti sulla vita quotidiana della gente comune; riscaldamento globale, alterazioni delle precipitazioni, sconvolgimenti delle stagioni sono solo alcuni degli aspetti più appariscenti di una nutrita serie di mutazioni attualmente in atto sulla Terra, che tra le altre cose stanno influenzando in maniera sempre più rilevante l’andamento delle attività agricole.
“Che il clima stia cambiando è ormai un dato di fatto sotto gli occhi di tutti – ci dice a pochi giorni dall’iniziativa Landini, titolare della Fattoria Le Ginestre di Verghereto –, e alla luce dei più recenti sviluppi temo anche che possa trattarsi di un processo destinato a diventare irreversibile. A questo punto bisogna interrogarsi su che cosa si può fare in futuro per cercare di arginare questa situazione. Se ad esempio dovessero ripetersi nell’immediato altre estati segnate da una siccità severa e prolungata come quella che abbiamo avuto quest’anno, è chiaro che si pone l’esigenza di rivedere non soltanto le pratiche ma anche le normative che riguardano alcuni ambiti di produzione”.
Si spiega meglio. “Consideriamo ad esempio il disciplinare di produzione del Carmignano, che non consente l’irrigazione delle viti se non in casi eccezionali come pratica “di soccorso” in favore di esemplari appena piantati o bisognosi di cure – evidenzia l’agricoltore –; questo perché l’impiego di acqua che non sia esclusivamente quella piovana viene normalmente considerato come un espediente finalizzato ad incentivare la quantità a discapito della qualità del prodotto finale”. “Tuttavia – prosegue – appare evidente che se non si hanno precipitazioni per molti mesi le piante finiscono per trovarsi in sofferenza e il raccolto alla fine non può che risultare fortemente compromesso. Su questa come su altre questioni dovremo probabilmente prendere delle decisioni importanti in tempi relativamente rapidi”. Intanto martedì sera a Carmignano se ne discute, di questo e di altro. (Barbara Prosperi)
Muta il clima, conferenza
"Forse da cambiare disciplinare Docg"
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