Il Comune di Prato ha iniziato l’adozione del fico di Carmignano, pianta caratteristica del territorio da cui si ricava una delle sue più rinomate eccellenze, il fico secco di Carmignano appunto, presidio Slow Food dal 2001, che da alcuni anni a questa parte corre il rischio concreto di scomparire per l’attacco di un parassita alieno, il cosiddetto Aclees sp. cf. foveatus, che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza della pianta. La prima piantumazione di un esemplare di fico dottato è avvenuta martedì 10 aprile alla scuola primaria Valeria Crocini di San Giorgio a Colonica, ma nelle prossime settimane ne seguiranno altre quattro in altrettante scuole appartenenti all’Istituto Comprensivo Primo Levi di Prato, ovvero le scuole media e primaria Ivana Marcocci de Le Fontanelle e le scuole primarie Ambra Cecchi di Paperino e Laura Poli di Grignano/Cafaggio. L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto “I frutti della memoria”, promosso dal Centro di educazione del gusto e da Slow Food di Prato in collaborazione con l’amministrazione comunale cittadina, che mira a tutelare e valorizzare le piante da frutto autoctone e a rischio di estinzione.
Gli alunni delle scuole in questione – cui se ne aggiungeranno altre nei mesi a venire – si prenderanno personalmente cura delle piante introdotte negli spazi verdi degli istituti scolastici, seguendo un itinerario didattico che grazie all’affiancamento di insegnanti, familiari, associazioni ed enti sia pubblici che privati li porterà ad acquisire consapevolezza delle tradizioni agricole ed alimentari del territorio, a conoscere i prodotti tipici e la loro genuinità, e ad intraprendere un vero e proprio percorso di educazione al gusto. All’evento erano presenti il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, la presidente del Consiglio comunale, Ilaria Santi, l’assessore alla Pubblica istruzione, Mariagrazia Ciambellotti, l’assessore alle attività produttive del Comune di Carmignano, Francesco Paoletti, e il presidente dell’Associazione dei produttori dei fichi secchi di Carmignano, Siro Petracchi, che ha ribadito ancora una volta la necessità di un’adeguata attività di ricerca scientifica per poter debellare il coleottero killer, che non soltanto si ciba del frutto del fico ma ne distrugge la pianta scavandola al suo interno e corrodendola alla base in maniera irreparabile. (Barbara Prosperi)