Come avevamo previsto l’estate scorsa, il 2017 si è concluso in maniera trionfale per Massimo Tommi, il fotografo comeanese che nell’arco di dodici mesi ha conquistato la bellezza di 122 premi a livello sia nazionale che internazionali. Con un simile carniere all’inizio dell’anno nuovo Tommi si è aggiudicato il Diploma AFIAP come Artista FIAP (Federation Internazionale de l’Art Photographique), ed ha continuato a collezionare mostre e riconoscimenti a titolo sia individuale che collettivo, con il Gruppo Fotografico Il Cupolone di Firenze, di cui fa parte dal 2014. “Avere un gruppo fotografico alle spalle è fondamentale – ci confida Massimo –, è utilissimo per confrontarsi con gli altri e crescere a livello personale, inoltre offre la possibilità di progredire in maniera costante. Il cammino intrapreso verso la perfezione è lungo e forse non porta mai a raggiungere la meta – prosegue Tommi –, ma è importante migliorare ed evolversi, passo dopo passo, senza fermarsi mai, in un percorso che non conosce un punto di arrivo”.
Tra le tante soddisfazioni già colte nel 2018 Massimo ha avuto anche quella di allestire una personale in Romania, nella regione del Maramureş, dove tra il 10 marzo e il 9 aprile ha esposto circa settanta foto nella suggestiva cornice della fortezza medievale di Oradea. “Ad organizzare l’evento è stata Monica Sincai – ci rivela Tommi –, vedova del compianto Marcello Materassi, presidente del Cupolone fino a quattro anni fa, una figura alla quale sono stato molto legato e che mi fa piacere ricordare. Ho aderito con entusiasmo all’invito di presentare i miei lavori nel suo paese d’origine, dove tra le altre cose ha avuto luogo il gemellaggio tra il Gruppo Fotografico Il Cupolone e l’Associazione Internazionale Euro Foto Art”. Tra gli scatti selezionati per la mostra foto di viaggi (in Islanda, Uzbekistan, Myanmar), paesaggi toscani, sessioni di cosplay.
In quell’occasione ha tenuto a battesimo la sua prima personale anche Valentina Bellini, fotografa emergente carmignanese, che ha esposto una cinquantina dei suoi lavori, suddivisi tra foto di paesaggio, di rappresentazione e ritratti, per i quali ha utilizzato spesso il bianco e nero. Dopo un esordio da autodidatta Valentina è stata guidata nel non facile mondo della fotografia d’autore prima da Matteo Fortunato e poi da Roberto Galassini e infine da Massimo Tommi, grazie al quale nel 2016 ha fatto il suo ingresso nel Cupolone. “Oltre che un maestro Massimo è per me un punto di riferimento – ci dice Valentina –, che ammiro profondamente e dal quale cerco di imparare il più possibile. Fino ad ora mi ha aiutato tanto dandomi moltissimi consigli, e stimolandomi continuamente a trovare la mia strada. Ancora non so se l’ho individuata veramente, ma anche se pratichiamo un tipo diverso di fotografia abbiamo in comune la ricerca di immagini fortemente espressive che siano in grado di raccontare delle storie o delle situazioni e di trasmettere delle emozioni. Massimo lo fa soprattutto attraverso i reportage dei suoi viaggi – conclude Valentina –, che solitamente toccano luoghi esotici e lontani, io scegliendo i soggetti nel territorio in cui vivo, che non di rado offre degli spunti narrativi interessanti e ricchi di storia, di tradizione e di vita vissuta”. (Barbara Prosperi)
Alcuni scatti dei due autori: