E’ uno dei toscani più celebri di tutti i tempi Kurt Erich Suckert, meglio noto come Curzio Malaparte, poliedrico intellettuale da sempre legato alla città di Prato, ma la sua controversa figura è oggi sconosciuta a molti, soprattutto tra le giovani generazioni, che ne ignorano la storia e lo spessore culturale. E’ però anche un personaggio che suscita reazioni contrastanti tra chi già lo conosce, forse perché vittima di pregiudizi duri a morire, amato e in pari misura odiato tanto a destra che a sinistra per le scelte politiche che nel corso della sua vita lo portarono a cambiare posizione in più di una occasione. Per fare chiarezza su questo singolare protagonista del XX secolo il Gruppo d’Incontri Il Campano organizza una serata che nasce dalla presentazione di un libro, “Curzio Malaparte. Un maledetto pratese di ieri raccontato ai toscani di oggi”, scritto dal professor Walter Bernardi, docente di Filosofia in pensione che nel 2016 è già stato a Carmignano per tenere una conferenza su Francesco Redi. L’iniziativa si svolgerà martedì 29 ottobre alle 21 nella Sala Consiliare del Comune di Carmignano, dove interverranno Stella Spinelli, assessore alla Cultura del Comune di Carmignano, Giovanna Favillini, del Gruppo d’Incontri Il Campano, e lo stesso Walter Bernardi, autore del saggio, che si avvale delle belle illustrazioni di Francesca Risaliti.
Oltre che della “Fondazione Casa Pia dei Ceppi di Palazzo Datini”, Bernardi è anche presidente dell’“Associazione Curzio Malaparte, pratese nel mondo”, fondata alcuni mesi fa da un gruppo di cittadini che desiderano creare un centro di studi che possa valorizzare adeguatamente lo scrittore pratese, e che tra le altre cose si pone l’obiettivo di riportarne in città l’archivio attualmente conservato a Milano. “I pratesi famosi nel mondo sono due – ci spiega il professore –, Datini e Malaparte, ma, mentre per il primo esiste da tempo in città una fondazione che porta il suo nome, per il secondo fino ad oggi non c’era nulla, perciò ci è sembrato doveroso creare un’associazione che si occupi far conoscere questo grande letterato, apprezzato molto più all’estero che nella sua patria, come dimostrano i recenti studi effettuati in Francia e negli Stati Uniti d’America”.
Il libro di Bernardi è nato a ridosso del 60° anniversario della morte e del 120° anniversario della nascita di Malaparte, caduti rispettivamente nel 2017 e nel 2018, e dedica ampio spazio agli anni della giovinezza dello scrittore, ripercorrendo alcune tappe della sua vita e passando in rassegna i luoghi a cui esse sono legate, spaziando dal Convitto Cicognini alla Pubblica Assistenza, dal Fabbricone a Galceti e via continuando, offrendo ai lettori un interessante spaccato della Prato di inizio Novecento. “Malaparte amava profondamente la sua città – sottolinea il professore –, teneva molto alle sue radici toscane e tra i tanti interessi che coltivava c’era quello per la civiltà etrusca, da cui in definitiva è discesa la popolazione locale”. Come ultima anticipazione Bernardi promette di rivelare anche un aneddoto che unisce Curzio Malaparte a Leonardo da Vinci, il genio legato a Bacchereto, di cui quest’anno ricorre il cinquecentesimo anniversario della morte.