Un pomeriggio da non perdere, per parlare dell’arrivo di Napoleone in Italia e dunque anche a Carmignano . L’appuntamento è per sabato 28 dicembre alle 18 nella saletta del Museo della Vite e del Vino in Piazza Vittorio Emanuele II, dove si svolgerà la conferenza tenuta dallo storico Paolo Gennai. L’evento è organizzato, con il patrocinio del Comune, dalla Pro Loco di Carmignano e dall’Associazione Cetra di Castelfiorentino e partecipa al Bando della Regione Toscana emanato per il 250° anniversario della nascita di Napoleone Bonaparte, di cui sono note le origini corse.
Si parte dalle fonti dell’archivio storico di Carmignano e lo scopo è raccontare il periodo dell’annessione della Toscana all’Impero Napoleonico dal 1808 al 1814 ed il forte impatto sociale, politico, culturale che quest’ultimo determinò sull’organizzazione del territorio e sulla vita quotidiana anche del comune mediceo, tra importanti innovazioni che oggi vengono date per scontate e curiosi aneddoti.
Prima del 1808 la Toscana era già stata conquistata da parte di Napoleone, che l’aveva affidata temporaneamente alla famiglia dei Borboni di Spagna. Dal 1808 la Toscana fu ufficialmente annessa all’Impero Napoleonico che introdusse una trasformazione dell’assetto politico ed amministrativo locale. Durante il precedente periodo leopoldino, il granduca Pietro Leopoldo aveva introdotto una riforma dell’amministrazione locale datata 1774, prevedendo la figura del ‘cancelliere comunicativo’, ovvero un incaricato del potere centrale che raccoglieva le tasse e le inviava a Firenze. Napoleone invece sostituì il cancelliere con il ‘ricevitore’, ovvero un inviato del prefetto, che doveva quindi accentrare su di sé per la prima volta la gestione delle tasse a livello locale.
Oltre ciò, Napoleone introdusse la divisione amministrativa locale che conosciamo oggi con il sindaco (allora maire) responsabile dell’ordine pubblico e della salute dei cittadini e l’organizzazione interna comunale che prevede uno stato civile (con i libri di nascita, morte e matrimonio), l’obbligo del matrimonio civile prima di quello religioso e l’obbligo della leva militare per i maschi. In modo particolare proprio il servizio militare della durata di cinque anni portò ad una crisi agricola nelle campagne toscane, perché le famiglie contadine che facevano affidamento proprio sui figli giovani se ne trovavano private per un lasso di tempo abbastanza lungo che ebbe impatti negativi sulle coltivazioni. Dall’altra parte per i ceti più abbienti il cambiamento fu positivo perché le famiglie locali furono coartate dal potere napoleonico per gestire l’amministrazione. Tra queste c’era sicuramente la famiglia Bicchi: Antonio Bicchi fu infatti il primo sindaco nel periodo napoleonico a Carmignano, mentre altre famiglie come i Cerresi, i Nibbi e i Petracchi ricoprivano i ruoli di assessorato all’interno di quella che oggi sarebbe la giunta comunale.
Con l’arrivo di Napoleone arrivò anche l’obbligo di viaggiare a destra in strada, abitudine che si scontrava palesemente con quella del principale nemico di Napoleone che era l’Inghilterra.
Per maggiori informazioni è possibile contattare la Pro Loco di Carmignano (numero di telefono: 055/8712468; e-mail: info@carmignanodivino.prato.it). (Valentina Cirri)