Da alcuni anni a questa parte le 36 statue esposte nel Parco Museo Quinto Martini di Seano, inaugurato nel 1988 e dedicato allo scultore carmignanese scomparso esattamente trent’anni fa, sono state attentamente monitorate e restaurate dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, uno dei più importanti e prestigiosi istituti di restauro e conservazione delle opere d’arte a livello non solo nazionale ma internazionale. Di questa campagna diagnostica e conservativa si parlerà domenica 12 luglio alle ore 21 proprio nella suggestiva cornice del Parco Museo, nel corso di una conferenza aperta al pubblico curata dall’Opificio delle Pietre Dure e presentata dall’Ufficio Cultura del Comune di Carmignano e dall’Associazione Parco Museo Quinto Martini di Seano. Relatrici d’eccezione saranno Stefania Agnoletti, direttrice tecnica del Settore Bronzi e Armi Antiche dell’Opificio delle Pietre Dure, e Elena Della Schiava, restauratrice diplomata presso l’Opificio, che si sono occupate concretamente degli interventi conservativi, con la collaborazione di Filippo Tattini.
“Ognuna delle 36 sculture presenti nel Parco Museo – ci racconta Stefania Martini, nipote dell’artista e presidente dell’associazione – è stata fotografata, sottoposta a un minuzioso check up che ne ha rilevato tutte le criticità, schedata e pulita oppure riparata. A me piace dire che di ogni opera – continua la Martini – è stata realizzata una cartella clinica, esattamente come si fa con i pazienti sotto osservazione ospedaliera, in seguito a uno scrupoloso lavoro di indagine, di ripristino e di manutenzione. Se si eccettuano le riparazioni e le integrazioni effettuate sulla Giovanna d’Arco, a cui si era rotto il bastone, sul Cacciatore, da cui si era staccata la lepre, e sul Martinaccio, a cui si era spezzata un’antenna – spiega Stefania Martini –, le altre statue non hanno avuto bisogno di grossi interventi da parte dei tecnici dell’Opificio, che per il resto si sono applicati prevalentemente alla pulitura della superficie dei bronzi, che essendo collocati all’aperto sono continuamente soggetti alla corrosione operata dagli agenti atmosferici”.
Il sapiente intervento di restauro ha ricevuto un importante riconoscimento nell’ambito dell’Italian Heritage Award – Premio internazionale per la valorizzazione dei Beni Culturali, assegnato a Roma nel 2013 con la seguente motivazione: “Per il recupero e la salvaguardia del Parco Museo di Quinto Martini a Seano (Comune di Carmignano, Prato), con le sue 36 sculture in bronzo ispirate a personaggi del luogo, alla vita quotidiana e a elementi naturali, disseminate su oltre tre ettari. Strettamente connesso alla storia del territorio cui appartiene, il complesso si configura come uno spazio nel quale l’arte va oltre le mura di un museo e diventa luogo di aggregazione consapevole. Il premio viene attribuito per le peculiarità del progetto, per le difficoltà tecniche del restauro su sculture contemporanee in bronzo esposte all’aperto con le loro difficili ed effimere caratterizzazioni superficiali, e per l’impegno di un Istituto di Formazione su nuovi contesti di fruizione sociale”. (Barbara Prosperi)