Fu un’Epifania bagnata dal sangue quella sulla quale a Firenze sorse il sole il 6 gennaio del 1537, nel giorno in cui la Chiesa da secoli e secoli commemora in maniera festosa l’omaggio reso dai Magi al Cristo bambino. Durante la notte moriva infatti Alessandro de’ Medici, primo duca del capoluogo toscano, all’età di soli ventisei anni. Detto il Moro per il colore olivastro della pelle, era stato ufficialmente presentato come figlio illegittimo di Lorenzo de’ Medici duca d’Urbino, nipote del Magnifico, ma una tradizione di vecchia data affermava che in realtà fosse nato da una relazione tra il cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII, e da una serva di colore.
In virtù dell’accordo stipulato fra l’imperatore Carlo V e Clemente VII, dopo la caduta della Repubblica fiorentina era diventato signore della città, sulla quale aveva instaurato un governo di tipo dispotico, guadagnandosi da subito le antipatie del popolo. Tra le cause che avevano maggiormente scatenato il malcontento dei fiorentini furono la consuetudine di farsi scortare da una guardia di lanzichenecchi armati di alabarde e la decisione di sostituire il fiorino con delle monete che riportavano la sua effigie (il cosiddetto testone, realizzato su disegno di Benvenuto Cellini), e nonostante avesse sposato Margherita d’Asburgo, figlia naturale di Carlo V, tenne sempre un comportamento spregiudicato e libertino.
Fu proprio la passione per le donne ad essergli fatale. Spinto dal desiderio di liberare la città dal tiranno o forse dalla gelosia, suo cugino Lorenzo de’ Medici, conosciuto anche come Lorenzino o Lorenzaccio, ordì una congiura per ucciderlo, e lo attirò così in una trappola mortale. Egli infatti fece credere ad Alessandro che una nobildonna fiorentina fosse disposta a concederglisi di nascosto dal marito, con la sola condizione che il loro incontro avvenisse al buio, perché non voleva essere vista in volto, e desiderava pertanto che il duca la aspettasse nella sua camera da letto spoglio, disarmato e senza la presenza delle guardie del corpo. Il giovane acconsentì alla richiesta, e mentre era disteso sulle lenzuola pregustando la notte d’amore gli piombarono addosso Lorenzo e un sicario soprannominato Scoronconcolo, che lo assassinarono a colpi di spada e di pugnale.
Il suo cadavere fu rinvenuto la mattina dell’Epifania, quando gli omicidi erano già in fuga da un pezzo. Nonostante i tentativi di tenere celato l’accaduto, in giornata la notizia della morte del duca cominciò a propagarsi per la città, e affinché Firenze non precipitasse nell’anarchia si cercò di trovare una rapida soluzione al vuoto di potere che si era venuto a creare in maniera inaspettata ed improvvisa. La scelta del successore di Alessandro cadde sul giovanissimo Cosimo de’ Medici, figlio di Giovanni dalle Bande Nere, all’epoca appena diciassettenne, che a dispetto delle previsioni regnò felicemente sul territorio toscano per circa trent’anni. Al Moro non furono dedicate esequie pubbliche, e le sue spoglie furono inumate insieme a quelle del presunto padre, Lorenzo duca d’Urbino. I loro resti riposano insieme ancora oggi nella Sagrestia Nuova realizzata per il complesso di San Lorenzo da Michelangelo, ma nessuna lapide e nessuna targa indica espressamente la presenza di Alessandro de’ Medici, primo duca di Firenze. (Barbara Prosperi)