Sabato 16 luglio si svolgerà la seconda edizione di “Pedalando in sicurezza con Giovanni”, la manifestazione dedicata alla memoria del giovane ciclista pratese scomparso nel 2019, a seguito di un tragico incidente avvenuto durante una corsa su strada a Molino dei Torti, in provincia di Alessandria. L’iniziativa, una pedalata aperta a tutti cui sarà possibile partecipare con qualunque tipo di bicicletta, prenderà il via da piazza del Duomo a Prato per concludersi nel territorio mediceo, attraverso un itinerario che toccherà il comune di Poggio a Caiano e si concluderà in quello di Carmignano.
Il ritrovo è fissato per le 8, la partenza per le 9 e l’arrivo per le 10, davanti al murale che ritrae Giovanni Iannelli, inaugurato lo scorso anno in occasione della prima edizione della manifestazione. In conclusione avrà luogo una cerimonia commemorativa alla presenza dei sindaci dei tre Comuni che hanno aderito all’iniziativa.
L’evento,
organizzato dall’Associazione Dilettantistica Sportiva C.F.F. Seanese di Franco e Francesco Chiuchiolo con il patrocinio e il sostegno dei Comuni di Prato, Poggio a Caiano e Carmignano, intende sia ricordare Iannelli, sfortunata promessa dello sport italiano, sia puntare i riflettori sul tema della sicurezza nelle corse ciclistiche. La storia di Giovanni infatti, deceduto dopo due giorni di agonia per aver battuto violentemente la testa contro lo spigolo di una colonnina in mattoni, non può non far riflettere su quanto sia facile riportare danni permanenti o addirittura perdere la vita nel corso di competizioni su strada, quando i percorsi di gara non sono tutelati mediante l’utilizzo di dispositivi di protezione quali transenne o materassi antitrauma.
“Per il bene di tutti questo sport deve essere fermato – ci dice Francesco Chiuchiolo, per anni alla guida della società che ha visto Iannelli muovere i primi passi nel campo del ciclismo –. Le morti su strada purtroppo continuano a ripetersi nell’indifferenza generale, e se vogliamo evitare altre tragedie è necessario dare uno stop alle competizioni, almeno fino a quando non ci saranno le condizioni necessarie a garantire la sicurezza dei ciclisti e degli addetti ai lavori”. “Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria di Giovanni purtroppo rispetto ad un anno fa non è cambiato niente – continua Francesco, profondamente amareggiato –. Ci stiamo scontrando ancora con quanti vogliono insabbiare le prove di quella che sia per la famiglia che per noi è stata una morte annunciata, puntando all’archiviazione del processo, ma noi continueremo a combattere affinché sia fatta finalmente giustizia”. (Barbara Prosperi)