È stata inaugurata giovedì 28 settembre la mostra d’arte dedicata al libro d’artista, intitolata “L’infanzia del mago” e curata da Elisabetta Olobardi, Antonella Pieraccini e Simonetta Zanuccoli alla galleria “Libri Liberi” in via San Gallo n. 25r a Firenze, dove sarà visibile fino a giovedì 19 ottobre, per essere poi trasferita a Casa Camusso, ora Museo Hermann Hesse a Lugano in Svizzera, da sabato 4 novembre a domenica 3 marzo.
La mostra fa parte della terza edizione del progetto “Doppio Senso”, che propone il rapporto dialettico tra un libro d’autore e l’espressione creativa dell’artista. Tra i trentaquattro artisti partecipanti c’è anche Nicola Civinini, artista carmignanese ora trasferito a Roma, che spazia tra espressioni artistiche diverse, tra cui la scenografia, la scrittura e il teatro.
Per l’edizione 2023 è stata assegnata a tutti i partecipanti la lettura del racconto di Hermann Hesse, “L’infanzia del mago”, scritto nel 1923, come fonte di ispirazione per realizzare un’opera personale ed originale con una qualsiasi tecnica in base ai vissuti emotivi ed alle sensazioni generate dalla storia. Le opere in mostra sono state realizzate con tecniche diverse, come ad esempio la pittura, la scultura, il disegno, la fotografia e la grafica.
“Mi sono identificato nella storia letta – prosegue Civinini – in questo libro scritto da adulto, da cui traspare il senso di perdita per l’infanzia ed in particolare in alcuni oggetti menzionati, come la libreria, che mi hanno fatto ricordare quella di casa mia che era sempre chiusa a chiave”.
Il testo di Hermann Hesse è autobiografico e mostra, da un punto di vista inedito, la visione disincantata dell’autore adulto intenzionato a recuperare l’epoca dell’infanzia attraverso il ricordo. Ecco quindi che riaffiora alla memoria la grande casa del nonno con la libreria stracolma di libri e di oggetti misteriosi come la statua del Dio Pan orientale, che viene più volte menzionato. Hermann Hesse bambino sente crescere dentro se stesso la meraviglia e la magia e matura così la sua intenzione di diventare un mago. La magia, che si affievolisce col passare del tempo quando il bambino cede il passo all’adulto, è quindi una lente con cui guardare la realtà e trasformarla.
“L’opera che ho realizzato prende spunto, per risonanza, anche dalla mia infanzia, e rappresenta una casa con più ambienti scenografici che è possibile sfogliare come un libro, che poi è il libro della vita” continua Civinini.
“La casa del mago” è una scultura in legno su base lignea (40×50) con album esterno in carta pelle, un materiale antico datato 1906-1907 e quindi preesistente anche al libro. All’interno della casa troviamo diversi ambienti: la biblioteca col nonno di Hermann Hesse (riprodotto fedelmente) di fronte ad un mobile con un candeliere, mentre scosta via una tenda di velluto rosso. In un secondo ambiente c’è un baule pieno di tessuti indiani, perché il nonno aveva viaggiato molto in Oriente ed infine nel giardino c’è un corvo nero su una sfera. Dalle finestre aperte si vedono la nonna ed il fratello sul cavallo a dondolo. Una mano da manichino a misura di bambino sfoglia la casa come se si trattasse di un libro. Alla base della scultura sono state incollate inoltre alcune lettere di antica corrispondenza.
“Sul retro ho inserito la mia firma, incollando sull’album una mia foto da bambino mentre mi arrampico su una pianta di fagiolo dove sono riprodotte le parole che più mi hanno ispirato nella lettura di questo racconto, tra le quali magia é l’ultima e quella che ha portato all’ideazione di questo lavoro”. (Valentina Cirri – foto di Nicola Civinini)
Aggiornamento
Da domenica 15 ottobre fino al giorno di chiusura, giovedì 19 ottobre, la mostra sarà affiancata dalla precedente del 2019 incentrata su una bibliografia ragionata intorno all’opera di Italo Calvino, di cui ricorre proprio quest’anno il centenario dalla nascita.
L’esposizione, di rientro dalla Biblioteca Briganti del Polo museale di Santa Maria Della Scala a Siena, curata dallo stesso trio al femminile, aveva visto la partecipazione di quarantuno artisti che si erano cimentati nel gioco mentale dell’Oulipo (acronimo del francese “ouvrir de littérature potentielle”, ovvero “officina di letteratura potenziale”), fondato a Parigi nel 1960 dal matematico Le Lionnais e dallo scrittore Queneau, a cui aderì anche Calvino nel suo soggiorno parigino.
Il gioco consisteva in un’acrobazia intellettuale per tirare fuori dalle parole e dagli schemi il loro potenziale inatteso attraverso rimaneggiamenti, combinazioni e sottrazioni. Italo Calvino, con la sua opera letteraria, era quindi la figura ideale per ispirare la creazione di un libro d’artista affidandosi alla sperimentazione.
“Avevo già partecipato anche alla scorsa edizione della mostra: per l’occasione, visto che non c’era stato imposto alcun testo, avevo scelto il racconto ‘L’avventura di un soldato’ contenuto nella raccolta ‘Gli amori difficili’, racconti scritti tra il 1949 e il 1967, realizzando un libro con figure in movimento, dall’impronta cinematografica”.
Il libro d’animazione, realizzato in centoventiquattro pagine sfogliabili in entrambi i sensi (15×20), contiene su un lato il disegno della mano di un soldato che lentamente si avvicina sul treno a sfiorare la gamba di una vedova, oltre al testo del racconto. Sull’altro lato, sempre in aggiunta al testo, è stampato il profilo della vedova, che prima dorme e poi abbandona la testa indietro in un sospiro. Sfogliando il libro si genera il movimento, in cui si assiste all’azione (il contatto della mano dell’uomo con la gamba della donna) e alla reazione (il movimento e il sospiro della donna).
“Mi hanno ispirato, in questo caso, i movimenti segreti ed appena accennati descritti nel racconto – conclude Civinini – che ho riprodotto mantenendoli nascosti tra le pagine del libro e pronti a rivelarsi al primo tocco”.
Il libro è contenuto in una scatola di cartone rigido con un coperchio rivestito in tessuto – per metà una divisa militare e per metà un ritaglio di raso e pizzo nero – che identifica così le due anime dei personaggi della storia.
Tutte le opere sono state inserite in un libro-catologo che segue la logica dell’Oulipo: gli artisti hanno estratto, dal testo letto, una frase per loro particolarmente significativa e di ispirazione. Tutte le frasi sono state poi composte insieme e, seppur nella loro casuale sequenza, hanno poi trovato un loro equilibrio ed un senso compiuto. (Valentina Cirri – foto di Nicola Civinini)