Lunedì 24 giugno, festa di San Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, presso il Circolo Arci 11 Giugno di Carmignano si svolgerà il rito delle acque purificatrici, un’antica consuetudine che affonda le sue radici nelle credenze popolari della Toscana e non solo. Per l’occasione gli organizzatori dell’iniziativa proporranno delle abluzioni con l’acqua di San Giovanni e con l’erba della paura, da effettuarsi al mattino, allo scopo di purificarsi “dalle paure, dai cattivi pensieri e dalle maledizioni”. Nello specifico alle 9 ci sarà la distribuzione dell’acqua di San Giovanni, a cura della fata “Merylla da’ Renacci”, mentre alle 9.30 avrà luogo il rito dell’acqua della paura, a cura dell’arcimago “Fufo da Comejano”. Poiché dell’erba della paura abbiamo già parlato in maniera esaustiva in passato, ora converrà discorrere anche dell’acqua di San Giovanni, che secondo la tradizione si prepara nella notte fra il 23 e il 24 giugno.
La prassi vuole che la vigilia della festa, preferibilmente al calar del sole, si raccolgano nei campi fiori ed erbe spontanee, da lasciare a mollo all’aperto in un contenitore possibilmente di vetro o di metallo per tutta la notte. La leggenda afferma che i giorni a ridosso del solstizio d’estate sono un momento magico dell’anno, durante il quale le piante raggiungono il massimo rigoglio e sprigionano tutte le loro virtù curative. Al mattino, quando l’acqua avrà assorbito le proprietà dei fiori e delle erbe ed avrà ricevuto la rugiada della notte, si dovranno lavare il viso e le mani con il liquido ottenuto, che dovrebbe scacciare i malanni e la sfortuna. Tra i fiori e le erbe consigliati figurano l’iperico o erba di San Giovanni, la ginestra, la rosa canina, il fiordaliso, la lavanda, il rosmarino, la menta, il finocchio selvatico, il sambuco, l’artemisia, ad ogni modo non esiste una ricetta univoca, e in linea di massima sono ammesse praticamente tutte le specie vegetali reperibili in questo periodo.
Sembra che questa pratica, oggi intitolata al Battista, in realtà tragga le sue origini dall’epoca pagana, e più precisamente dalla festa di Lithia, quando molti secoli fa i nostri antenati invocavano il favore delle divinità. Da qui molto probabilmente deriva il nome di rugiada degli dei con cui è anche nota l’acqua di San Giovanni. Intorno a questa data in tempi remoti venivano compiuti riti propiziatori e accesi grandi falò che intendevano scongiurare soprattutto gli eventi meteorologici avversi, le calamità naturali che avrebbero potuto mettere in pericolo i raccolti, frutto di mesi di lavoro e fonte di sostentamento per i nuclei familiari e le comunità. Ai nostri giorni una reminiscenza dei falò può essere riconosciuta nei famosi “fochi” di San Giovanni, che la sera del 24 giugno illuminano a giorno la città di Firenze, e che gli abitanti di Carmignano sono soliti ammirare dalla rocca medievale che domina il paese. (Barbara Prosperi)