Il Dies Irae è, nel linguaggio comune, il giorno del giudizio divino. Lo spettacolo che porta questo titolo ha inaugurato il cartellone del teatro Metastasio di Prato nell’ambito di Contemporanea 2024: già rappresentato il 27, 28 e 29 settembre sarà replicato il 3, 4 e 5 ottobre alle 19.30 nella sala del refettorio della chiesa di San Domenico.
In scena un gruppo di donne di età diversa, dirette e coreografate da Gloria Dorlinguzzo, ad interpretare la musica di Galina Ustvolskaya, la compositrice della Resistenza, che si allontanò dagli insegnamenti del suo maestro Dmitri Shostakovich per prediligere una partitura musicale martellante – da cui anche l’appellattivo di “donna col martello” – essenziale e ripetitiva.
Fanno parte di questa performance, una danza concerto frutto di un laboratorio teatrale, anche due carmignanesi e una di adozione, le sorelle Samanta Tesi e Verusca Tesi dell’associazione Pandora di Seano ed Isabella Gentilezza, allieva attrice del gruppo di teatro per adulti di Pandora, tutte e tre coinvolte in questo progetto da parte del Centro Antiviolenza La Nara di Prato.
“Lo studio nel corso del laboratorio teatrale è stato molto impegnativo da un punto di vista fisico ed emotivo – ha raccontato Samanta Tesi – in particolare c’è un momento dello spettacolo, caratterizzato tutto da una musica martellante, che mi ha riportato indietro nel tempo, e posso dire che quel passaggio, che non mi ha fatto dormire di notte, mi ha permesso di lasciare andare alcune questioni non risolte e di portarmi a casa un pezzo di passato ed un pezzo di futuro”.
Le donne attrici hanno messo così in scena un rituale della violenza, come forma di liberazione dall’oppressione di poteri omologanti.
“L’investimento fisico ed emotivo ha fatto sì che questo spettacolo diventasse parte di me soprattutto nella parte finale – ha spiegato, commuovendosi, Isabella Gentilezza -. Alla prova generale si è sentita la coesione del gruppo, talmente forte da poter percepire respiri e battiti del cuore di persone sconosciute. Credo che mi porterò dietro questa esperienza per tanto tempo”.
L’idea registica alla base di questa danza collettiva è di fare riferimento al corpo come uno strumento espressivo di una forza distruttiva e di una creatività dionisiaca.
“Grazie al rapporto col Centro Antiviolenza La Nara sono entrata nel gruppo – ha concluso Verusca Tesi – sperimentare in questa performance, anche se è restrittivo chiamarla così, è stato un percorso emozionale travolgente”.
La performance è una produzione di Fuorimargine Centro di Produzione della Danza in Sardegna, realizzata col supporto della Fondazione Lenz e di C&C Company e con la collaborazione di Prato Cultura e del Centro Antiviolenza La Nara.
(La foto è gentilmente concessa dal Teatro Metastasio di Prato).
Valentina Cirri