Anche Carmignano partecipa alle celebrazioni per i 450 anni dalla morte di Cosimo I de’ Medici, secondo duca di Firenze e primo granduca di Toscana, grazie alla mostra che prenderà il via sabato 23 novembre alle 16 al Museo Archeologico di Artimino. L’esposizione, intitolata “Cosimo I Magnus Dux Etruriae”, illustra la passione del granduca e dei suoi discendenti – in particolare Cosimo II e Cosimo III – per la civiltà etrusca.
Questo è probabilmente un aspetto poco noto della storia medicea, eppure Cosimo I inaugurò un interesse profondo per l’archeologia etrusca, che lo spinse ad intraprendere vaste campagne di scavo ad Arezzo, a Chiusi e in altre località della Toscana meridionale, dalle quali emersero numerosi reperti di grande valore. Celebre a questo proposito la predilezione che il granduca nutriva per la cosiddetta Chimera di Arezzo, opera simbolo del Museo Archeologico di Firenze, che collocò in Palazzo Vecchio e di cui si occupava personalmente dilettandosi a pulirla con strumenti da orafo.
Artimino ben si presta ad accogliere questa mostra, vantando trascorsi sia medicei (Villa La Ferdinanda, oggi patrimonio Unesco, voluta proprio dal figlio di Cosimo I, Ferdinando I, ospitò per lunghi periodi la corte medicea) sia etruschi (nella parte sommitale del borgo doveva sorgere l’acropoli dell’antica città dedicata forse alla dea Artume, divinità che aveva diverse analogie con l’Artemide degli antichi greci e con la Diana dei romani, pur differenziandosi da entrambe per alcune caratteristiche peculiari).
Per l’occasione saranno esposti i simboli del potere appartenuti a Cosimo I, i cui originali non si sono conservati, ma di cui l’orafo fiorentino Paolo Penko ha realizzato delle fedeli riproduzioni studiando i ritratti dell’epoca: la corona granducale, lo scettro mediceo e il collare dell’Ordine del Toson d’Oro; il ritratto ad acquaforte fatto eseguire dal cardinal Leopoldo alla metà del XVII secolo; il trattato “De Etruria Regali” di Thomas Dempster, costituito da due monumentali volumi scritti all’inizio del Seicento e stampati fra il 1723 e il 1726, corredati di cento illustrazioni raffiguranti i più significativi reperti etruschi conosciuti fino ad allora.
La mostra, curata dal Museo de’ Medici di Firenze, è aperta ad ingresso gratuito fino al 12 gennaio 2025 ed è visitabile il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14 alle 16. Per ulteriori informazioni in proposito è possibile consultare la pagina web www.parcoarcheologicocarmignano.po.it, scrivere a parcoarcheologico@comune.carmignano.po.it o telefonare al numero 055.8750231. (Barbara Prosperi)
Per saperne di più si possono leggere i seguenti articoli:
“A Carmignano sulle orme degli Etruschi”
“La necropoli di Prato Rosello”
“Boschetti e Montefortini: tombe da principi a Comeana”
“Una roccaforte sul monte, a Pietramarina”
“Il museo archeologico comunale di Artimino”
“Per visitare tombe e musei: gli orari”
“La vita di Cosimo I de’ Medici” (prima e seconda parte)
“Ferdinando I de’ Medici” (prima e seconda parte)
“Leopoldo de’ Medici”
“Il granduca del Bando Mediceo” (prima e seconda parte)
“Le ville medicee”
“La villa medicea di Artimino”
“Sì dell’Unesco a villa Ferdinanda”