Uno spettacolo sulla violenza al femminile andrà in scena sul palcoscenico dell’associazione Pandora di Seano, storicamente sensibile e attiva intorno a questa tematica. Il secondo appuntamento del cartellone “Pandora by night”, sabato 15 febbraio alle 21.15, sarà incentrato sulla figura di Italia Donati, una giovane ed umile maestra vissuta a fine Ottocento ed originaria di Cintolese in Toscana, che scelse il suicidio come forma di affermazione della propria innocenza per scagionarsi da maldicenze che mettevano in discussione il suo onore.
Il testo teatrale, nato da un’idea di Massimo Canneti e diretto da Mike Ricci, è già stato rappresentato numerose volte dopo l’esordio nel 2023 a Marlia ed è pensato come testo a più voci che pone l’attenzione intorno alla condizione femminile nel mondo del lavoro. Italia Donati era una ragazza intelligente e curiosa che fu notata dai suoi maestri che la incoraggiarono a studiare. La scelta di studiare e poi di lavorare erano rivoluzionarie per l’epoca in cui alle donne veniva preclusa la possibilità di continuare la propria formazione. La Donati ottenne la patente di maestra e poi si trasferì a Porciano nel 1883 dove ottenne il suo primo incarico.
Secondo la legge Casati la carriera delle maestre, unica accessibile alle donne, dipendeva dal giudizio delle amministrazioni locali. Ai consiglieri comunali e al sindaco spettava il compito di rilasciare l’attestato di moralità, di gestire l’assunzione e la successiva riconferma dell’incarico. Le giovani maestre, spesso di famiglia modesta, erano spesso costrette a lasciare il paese d’origine per trovare un lavoro ma nella nuova comunità non godevano di una rete sociale di appoggio, per cui erano spesso vittime di ricatto da parte degli amministratori locali. Anche la Donati subì le angherie e le adulazioni del sindaco di Porciano, Raffaello Torrigiani, noto dongiovanni che approfittava del suo potere per molestare le giovani maestre e piegarle ai suoi voleri. Alla Donati il sindaco chiese di trasferirsi nella sua abitazione e questa locazione le attirò da una parte le molestie del primo cittadino e dall’altra le maldicenze della comunità. Stretta tra due fuochi alla Donati restò il suicidio come atto finale per dimostrare la propria innocenza e ripristinare l’onore familiare.
La storia di Italia Donati si collega con la cronaca attuale a ricordarci che tante donne subiscono ancora violenza e soprusi in molti contesti, familiari e lavorativi, e che tante donne perdono la vita per femminicidio. Oggi come allora un caso di morte per violenza subita dovrebbe generare indignazione ed orrore: già all’epoca la vicenda diede il via a una serie di prime rivendicazioni di donne che denunciarono maltrattamenti e forme di violenza nel mondo del lavoro. A raccontare la storia della maestra in scena saranno due attori, un uomo e una donna, che di volta in volta diventeranno lettori-narratori onniscenti e interpreteranno i vari personaggi del tempo: una massaia, un giovane avvocato, una perpetua, un cacciatore e altri uomini e donne, ciascuno con la propria visione dei fatti, con il suo sentire e la sua urgenza di raccontare, incalzando fino alla scena finale, dove la grande assente/presente, la giovane maestra, avrà finalmente una voce, una consistenza, nelle sue cose, nella luce, nel buio della sua verità. L’ingresso sarà da via Fratelli Cervi con prenotazione obbligatoria all’e-mail sevi.pandora@gmail.com oppure tramite il canale messenger. (Valentina Cirri)