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San Lorenzo a Montalbiolo
Secondo la tradizione la chiesa di San Lorenzo a Montalbiolo, situata tra gli abitati di Carmignano e La Serra, sul versante della collina omonima che guarda Poggio a Caiano, risale al XII secolo, e con ogni probabilità deve essere identificata con l’edificio religioso che nel 1111 la popolazione di Monte Ribioro (poi declinato in Monte Robbiolo e successivamente in Monte Arbiolo, da cui l’attuale Montalbiolo) donò al vescovo Ildibrando di Pistoia insieme a sedici staiora di terra. In base alle indagini condotte nei primi decenni del Novecento dall’avvocato Giuseppe Rigoli, appassionato ricercatore di storia locale, il nome della località deriva da Mons Robiorus, ovvero monte delle roveri, in riferimento al particolare tipo di querce che da tempo immemorabile ricoprono la zona. Quello di Montalbiolo anticamente era uno dei quarantotto popoli o ville che appartenevano al distretto di Prato, di cui fece effettivamente parte fino al 1843.
Nella carta che si riferisce alla donazione del 1111 manca l’indicazione del santo a cui l’edificio era dedicato, ma grazie ad alcuni documenti del XIII secolo è stato possibile appurare che la chiesa – allora definita cappella – risultava intitolata a San Lorenzo almeno nella prima metà del Duecento, e che sullo scorcio del secolo era suffraganea della vicina pieve di San Michele a Carmignano. La costruzione, nonostante gli interventi di ristrutturazione e le modifiche subiti nel corso del tempo (notevoli soprattutto quelli operati tra Sei e Settecento), conserva in gran parte l’assetto originario e si caratterizza per una pianta a croce commissa o a T, con transetto sporgente e abside centrale, affiancata da un campanile a torre di sezione quadrangolare ricostruito nel XVII secolo, dove furono traslate le antiche campane duecentesche. Dalla semplice facciata a capanna, scandita da filaretti di arenaria il cui andamento è interrotto soltanto dal portale con gli stipiti in pietra serena e dal finestrone aggiunto tra Sette e Ottocento, si accede all’aula interna ad unica navata, coperta da un soffitto ligneo sorretto da capriate, con la zona presbiteriale delimitata da un arco trionfale e da una balaustra.
Secondo quanto si ricava da una visita pastorale effettuata nel 1720, le superfici murarie interne erano fino a quel momento completamente rivestite di affreschi, con “alcune pitture antichissime, fatte al tempo di Cimabue”, forse eliminate o semplicemente occultate dall’intonaco steso dal capomastro Giuseppe Cigheri, che eseguì dei lavori in muratura intorno agli anni Trenta del XVIII secolo. A tal proposito è interessante notare che all’epoca era già attiva la maestranza dei Cigheri, una dinastia di muratori e decoratori che negli anni Settanta dello stesso secolo si occuparono del restauro e dell’ornamentazione dell’oratorio di San Luca a Carmignano (allora erano all’opera Domenico, Francesco e Gaspero, che ricoprirono le pareti dell’edificio con degli intonaci a stucco lucido e integrarono delle statue con panneggi realizzati con gesso e stoffa), e da cui nel 1909 vide la luce il più noto esponente della famiglia, Aldo, uno dei maggiori grafici del Novecento, autore di alcune delle più importanti campagne promozionali del secolo scorso.
L’altare maggiore, che reca la data del 1670 e ricorda il patronato dei Petracchi Mari, è dedicato all’Immacolata ed è sormontato da un bel dipinto ad olio che rappresenta una “Madonna con Bambino e Santi”, presumibilmente coevo all’altare, riferibile alla produzione pittorica fiorentina della seconda metà del Seicento e attribuibile con buone probabilità a Simone Pignoni, artista che tra le altre cose aveva realizzato una pala d’altare per la basilica della Santissima Annunziata, o alla sua bottega. L’altare laterale destro, che risale alla metà del XVIII secolo, è intitolato a San Lorenzo ed è coronato da un interessante dipinto ad olio su tavola che ritrae il santo eponimo della chiesa, firmato nel 1605 da Giovanni Bizzelli, allievo di Alessandro Allori, che aveva partecipato a fianco del maestro e di altri suoi discepoli alla decorazione del soffitto del primo corridoio degli Uffizi. L’altare di sinistra, edificato nel 1827, è dedicato alla Vergine Maria e fino a non molti anni fa era impreziosito da un pregevole dipinto ad olio su tavola raffigurante la “Madonna col Bambino e San Giovannino” che oggi è custodito presso la curia vescovile di Pistoia; il quadro, eseguito nella prima metà del XVI secolo, e in passato riferito al Pontormo o alla sua cerchia di allievi, è stato perlopiù attribuito alla scuola di Andrea del Sarto. (Barbara Prosperi)