Nelle terre di Dracula

Rapporti tra Toscana e Transilvania

Dai Medici e il loro marketing culturale alla Transilvania e domani, magari, ai rapporti con la pirateria del Mediterraneo. Prosegue il viaggio nella storia del granducato toscano del progetto Attivamente, nato tre anni fa per proporre ai cittadini corsi gratuiti di educazione che sono offerti da persone appassionate o esperte di un determinato settore con una vasta scelta di argomenti, tra discipline pratiche e conoscenze teoriche.
Giovedì 9 novembre si parlerà appunto dei rapporti tra il Granducato di Toscana e la Transilvania, la terra del conte Dracula: in cattedra ancora una volta ci sarà Mauro Scarpitta, reduce dagli incontri della scorsa edizione che erano stati dedicati ai simboli ed alle rappresentazioni culturali ed artistiche del potere della famiglia Medici.
“Il titolo dell’incontro può sembrare abbastanza curioso – racconta – ma nasce dalla necessità di inquadrare il ruolo del Granducato, aspetto finora poco affrontato, nelle terre transilvane in cui ha visto la luce il personaggio letterario del conte Dracula, partorito dalla mente di Bram Stoker”. Il periodo è quello tra Cinque e Settecento.
Da Dracula comunque si partirà e dalla figura storica del principe Vlad III di Valacchia, il tegno stretto tra il Danubio e le Alpi transilvaniche. La sua fama storica, tuttaltro che lusinghiera, gli fece meritare il soprannome di “Impalatore” dal momento che il principe sanguinario usava proprio l’impalatura come metodo per infliggere supplizi ai propri nemici. Ma Vlad III era conosciuto anche con il patronimico di “Draculea”, lol stesso del padre Vlad II, che deriva dall’epiteto “Dracul”. Il padre era infatti entrato a far parte dell’ordine cavalleresco del Drago che aveva come simbolo un dragone prostrato con la coda avvolta intorno al collo. Nel Medioevo il drago era la rappresentazione del male e Draculea significava “figlio del drago”.
“L’immagine del Granducato di Toscana che è stata veicolata da parte della storia e della storia dell’arte è essenzialmente oleografica – racconta Scarpitta -. Ho voluto quindi portare alla luce le vicende più trascurate di questo stato, che guardava all’Europa ed anche al mondo russo e balcanico e strutturava rapporti importanti a livello di commercio, politica estera e militare e vita diplomatica”.
La Toscana era allora molto attiva nei territori interessati dall’espansione dell’Impero ottomano e vi si inserisce con alleanze dalle geometrie molto variabili. Alcuni esempi degli interventi fatti da parte del Granducato, a livello ufficiale oppure da parte di personalità toscane, sono spedizioni di compagnie militari inviate allo scopo di partecipare alle lotte contro l’espansione ottomana oppure rapporti di natura commerciale instaurati da mercanti che si recano nelle terre transilvane, seppur con tutte le difficoltà di spostamento che potevano esserci all’epoca, per cui partire per terre sconosciute e infestate da continue guerre poteva essere considerato come un’avventura.
L’incontro si chiuderà con un’appendice dedicata a Leopoldo di Toscana, famoso per avere abolito la pena di morte. Alla morte del fratello nel 1790 Leopoldo assunse diverse cariche, tra le quali quella di Imperatore e di principe di Transilvania, tra i territori imperiali marginali. “L’anno prossimo – conclude Scarpitta – mi piacerebbe affrontare la storia dei rapporti dei Medici con la pirateria mediterranea”.
L’incontro, ad ingresso gratuito, si terrà nella sala consiliare del palazzo comunale a Carmignano alle 21. Per partecipare si consiglia di contattare lo Spazio Giovani di Comeana (telefono 055.8716213, e-mail: spaziogiovani@comune.carmignano.po.it) oppure l’Ufficio Cultura (telefono: 0558750250 – 252 – 231,
e-mail: cultura@comune.carmignano.po.it). (Valentina Cirri)

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