Ha scelto un bandone in lamiera Mauro Mazzoni, artista di Carmignano, per raccontare il dramma della migrazione. Mentre si trovava tra pezzi di lamiera, nella ex fornace “Tranquilla” di San Calogero, è morto infatti Soumaila Sacko, partito dal Mali nel 2014 e dalla Libia salito su un barcone per approdare in Italia, in Calabria. E’ stato ucciso il 2 giugno 2018 a colpi di fucile, mentre cercava lamiere assieme a due compagni. E’ successo nel sud Italia, ma la storia di Soumaila poteva accadere anche in Toscana forse. In ogni caso deve far riflettere. Così l’amministrazione comunale di Carmignano ha voluto ospitare l’opera dell’artista, con il ritratto del giovane migrante e i suoi occhi puntati verso l’osservatore, nei giardini della Pista Rossa a Seano. Sarà visibile fino al 5 luglio.
Soumaila era bracciante, molto attento ai diritti dei lavoratori agricoli e la sua è una storia di migrazione e di lotta. Viveva nella tendopoli di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro, i cui abitanti a seguito della morte del compagno si sono mobilitati per solidarietà e per protestare per le loro condizioni. L’opera inaugurata il 20 giugno scorso dal Comune di Carmignano in occasione della giornata mondiale del rifugiato istituita da parte dell’Onu, è lì a monito per ricordarci che oltre all’emergenza sanitaria ancora in corso c’è un’altra emergenza non ancora risolta, che è quella dei migranti e dei rifugiati. Un’emergenza invisibile, come troppo spesso sono i migranti. (Valentina Cirri/Walter Fortini)