Il 2022 si apre con una buona notizia per il Comune di Carmignano. Grazie ad un contributo di 49.000 franchi svizzeri (poco più di 47.000 euro) stanziato dalla Confederazione Elvetica, sarà presto restaurato il corredo eburneo proveniente dal Tumulo di Montefortini di Comeana, una delle più rilevanti testimonianze di epoca etrusca presenti nel territorio mediceo. Scoperta nel 1965 grazie ad una segnalazione del dottor Borgioli, l’antica tomba a tholos, risalente presumibilmente alla metà del VII secolo a.C., ha restituito numerosi reperti di valore oggi parzialmente esposti al Museo Archeologico di Artimino (fra i tanti armi di ferro, monili in bronzo e in oro, oggetti d’osso e d’avorio appunto, vasellame in bucchero, una splendida coppa di vetro turchese), ma sono ancora molti quelli rimasti nascosti perché bisognosi di cure, custoditi in ben 183 cassette distribuite fra il museo di Artimino e il laboratorio di restauro di Gonfienti.
Ad occuparsi di loro sarà adesso la ditta Atlante di Grosseto, attiva dal 1996 nella progettazione ed esecuzione di interventi di restauro conservativo e manutenzione sui beni culturali, che entro il 31 gennaio 2023 eseguirà materialmente le operazioni necessarie nel laboratorio della Sabap di Gonfienti. Ad essa sono stati dunque indirizzati i fondi elargiti dalla Confederazione Elvetica, a seguito di un bando a sostegno delle attività culturali emanato dal governo svizzero in collaborazione con quello italiano. Il Comune di Carmignano è riuscito ad aggiudicarselo dopo avere presentato regolare richiesta nel maggio dello scorso anno, con l’appoggio della Soprintendenza delle Belle Arti per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, che ha promosso questo importante progetto. Da qui ad un anno il Museo Archeologico di Artimino potrà quindi avvalersi di questo nuovo nucleo di reperti, finalmente fruibili dagli appassionati della civiltà etrusca. (Barbara Prosperi)