A tu per tu con l’autore

Sandro Capra si racconta 

“Ho scritto il primo romanzo dopo la nascita di mio figlio perché volevo lasciargli una testimonianza sull’ambiente in cui sono nato e cresciuto  e dopo anni ho deciso di continuare la storia fino ai giorni nostri, per tenere traccia delle battaglie che ho combattuto durante la mia vita, quando sono arrivato a Signa”. Sandro Capra si racconta e racconta i suoi romanzi, alla viglia della presentazione  allo Spazio Giovani di Comeana il 16 novembre del sesto libro, “C-Attivo”, pubblicato nel 2023 e edito da Kindle Direct Publishing

Nel primo romanzo, “Villadoro in Sicilia” edito nel 1990 da “L’autore libri – Firenze”, scritto in terza persona ma con taglio autobiografico, il protagonista Santo (Santu, nel dialetto locale) vive nel paesino dell’entroterra siciliano in provincia di Enna che dà il nome al libro, dove lavora fin dalla tenera età di otto anni come vaccaro. La narrazione si concentra non solo sui vissuti personali del protagonista ma anche sulla descrizione del contesto rurale di questo piccolo paese, dedito alla pastorizia.

“All’età di sedici anni il mio Santu decide di partire alla volta della Toscana – spiega l’autore – siamo nel 1968 e la storia termina infatti allo stretto di Messina per poi approdare in Toscana con l’ultimo romanzo C-Attivo”. In quest’ultimo libro scritto sempre in terza persona Santu, diventato nel frattempo Salvo a ricordare il nome di battesimo dell’autore Salvatore Santo, si ritrova a Signa nel 1968 e qui deve fare i conti con un ambiente ostile e poco inclusivo, dove vive inizialmente ai margini perché considerato un “terrone”.

“Per inserirmi nel nuovo ambiente, industrializzato e diverso da quello rurale in cui sono nato e cresciuto, ho dovuto combattere diverse battaglie – ricorda -:  prima come rappresentante sindacale nelle due aziende per le quali ho lavorato e dove ho portato all’attenzione dei datori di lavoro le istanze degli operai e poi in consiglio comunale a Signa, dove sono stato consigliere dal 1980 al 1985, dopo dodici anni dal mio trasferimento in Toscana”. Nel libro – continua l’autore – racconto anche di un episodio avvenuto nell’Usl di Signa, da dove decisi nel 1983 di rassegnare le mie dimissioni come rappresentante comunale perché già allora avevo intuito la deriva del sistema sanitario italiano, che da pubblico stava virando verso un sistema privato”.

L’autore che si definisce “figlio del Sessantotto” ha infatti militato nel movimento operaio che in quegli anni ha portato, insieme al movimento studentesco, ad una serie di importanti conquiste, come ad esempio la legge sull’aborto, il nuovo diritto di famiglia e lo statuto dei lavoratori, solo per citarne alcune. In questa atmosfera rivoluzionaria viene dato risalto al sentimento collettivo, in cui il Noi prevale sull’Io, che sarà di nuovo riportato alla ribalta negli anni Novanta con l’avvento del Berlusconismo.

In questo libro politico l’autore racconta anche altri aspetti della sua vita, come la sua esperienza artistica. Capra prende la licenza media inferiore frequentando le scuole serali e poi esplora, da autodidatta, diversi linguaggi espressivi, la pittura e l’incisione e poi la scrittura.

Oltre ai due romanzi tra loro collegati ne ha pubblicati altri quattro, in precedenza, dettati da un fatto reale oppure da un sentimento particolare. “Ho scritto “Per caso” (LoGisma editore, 2003) dopo essere venuto a conoscenza di un fatto di stupro per cui ho deciso di porre l’attenzione su una violenza al femminile – prosegue Capra – mentre in “Amico” (Arduino Sacco Editore, 2011) ho preso in prestito la figura di un uomo piccolo di statura per inventarmi il personaggio di un pittore ritrattista di nudi femminili, di fronte al quale le donne riescono a mettersi a nudo perché in lui vedono l’artista e non l’uomo”.
Negli altri due libri viene dato spazio a riflessioni profonde sulla religione e a fatti realmente accaduti sul posto di lavoro, vissuti in prima persona o raccontati da colleghi.
“In “Caro confessore” (Booksprint, 2016) – spiega – ho inventato il personaggio di un sacerdote che vive sulla sua pelle una serie di sofferenze che riguardano i suoi cari e allora entra in crisi, in questo modo faccio riflettere il lettore, con cui il personaggio si confessa, sull’esistenza di Dio e di come questa possa essere giustificata di fronte alle disgrazie dell’umanità, mentre nel penultimo libro “È successo in bus” (Arduino Sacco Editore, 2021), racconto aneddoti e scene di vita quotidiana accaduti dal 1980 al 2004, anni in cui ho lavorato come autista della società Ataf”.

Capra ha sperimentato anche la drammaturgia, scrivendo tre commedie rappresentate dal 1985 al 1994, e la regia filmica, girando nel 2019 il cortometraggio “Il ritorno di Andrea”, ovvero la storia di un ragazzo che finisce in coma dopo un incidente stradale e che riporta i suoi vissuti tra realtà e fantasia. (Valentina Cirri)

 

(La foto di copertina è gentilmente concessa dall’autore, Sandro Capra)

 

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