Sulla fascetta dei vini di Carmignano c’è una data: 1716. Segna la nascita del consorzio che riunisce i viticoltori carmignanesi, o meglio della congregazione che doveva vigilare sul rispetto delle regole per la produzione dei vini di Carmignano fissate già allora in un disciplinare che porta la firma di Cosimo III dei Medici. Soli altre tre vini dell’epoca, in Toscana, possono vantare tanto.

Il consorzio dei vini di Carmignano nasce allora. Poi, negli anni ’30 del secolo scorso, l’antica Doc. medicea fu inglobata nella Doc Chianti Montalbano. La rinascita e il ritorno all’antica denominazione, che fu una conquista lunga e difficile, avviene nella seconda metà degli anni ’60. Un contributo fondamentale al recupero di questa identità storico-territoriale, sostenuta anche dall’enologo Veronelli, arrivò da Ugo Contini Bonacossi della Tenuta di Capezzana, insieme all’ingegner Cianchi del Poggiolo e all’allora sindaco di Carmignano Guido Lenzi.

Nel 1975 fu finalmente riconosciuta la Doc Carmignano, retroattiva – per il vino invecchiato – fino alla vendemmia 1969. Nel 1990 arriva anche la Docg, retroattiva fino al 1988.

I produttori che fanno parte del Consorzio sono cambiati nel numero, nel corso degli anni. Ma non sono mai stati meno di una dozzina, tra piccoli e grandi.

Visita il sito ufficiale del Consorzio dei vini di Carmignano, www.consorziovinicarmignano.it

Translate »