di Daniela Nucci
Fuori dell’abitato di Comeana, lungo via Macia che conduce alla Serra e a Carmignano, si trova Villa Le Farnete. Fin dal Trecento fu dimora della nobile e antica famiglia fiorentina dei Mazzinghi. I Mazzinghi, che si dice provenissero dalla Germania, furono feudatari del castello di Campi. Nell’XI secolo avevano costruito a Campi la Rocca che fu poi distrutta dai ghibellini dopo la battaglia di Montaperti (1260) per vendetta contro i guelfi Mazzinghi. La famiglia in seguito ebbe potere e ricchezze a Firenze e a Pistoia e tra medioevo ed età moderna divenne proprietaria anche di gran parte del feudo di Comeana che mantenne per circa tre secoli. Che si trattasse di una potente e ricca famiglia, proprietaria di terre, case e fattoria, lo dimostra il patronato esercitato sulla locale chiesa di S.Michele che sulla facciata riporta lo stemma dei Mazzinghi.
Nel 1864, con l’estinzione della famiglia, la villa e la tenuta passarono in eredità alla famiglia senese-fiorentina dei marchesi Gori – Zondadari – Pannilini. Questi nel 1878 concessero in affitto la fattoria di oltre 170 ettari, distribuita in venti poderi condotti a mezzadria, a Federico Lepri, “homo novus”, proveniente da Gaiole in Chianti, possidente, che a Comeana era già proprietario di due poderi e di una “nobile casa colonica” nel popolo di S. Lorenzo a Montalbiolo.
Nel 1880 i Gori-Zondadari ebbero un tracollo finanziario e furono costretti a vendere all’asta i proprio beni che furono acquistati in parte dalla marchesa Nina Fierz Niccolini e in parte da Federico Lepri. I beni acquistati da quest’ultimo comprendevano la villa padronale con annessi, terreni situati nella zona detta Loretino e aree boschive. In tutto 98 ettari distribuiti in nove poderi. Il Lepri condusse l’azienda personalmente aiutato da due sotto-fattori e un guardiacaccia. Federico Lepri morì nel 1912 e lasciò l’azienda e la villa al figlio Filippo, avvocato, che per motivi di lavoro affidò l’amministrazione a un fattore.
A tutt’oggi Villa Le Farnete è di proprietà della famiglia Lepri.
Villa Le Farnete ha un giardino prospiciente alberato, con una vasca centrale e dei vialetti. Presenta ristrutturazioni e ampliamenti del Sette-Ottocento. Le Farnete, a differenza di tante altre ville signorili destinate a residenza stagionale, fu vissuta dai proprietari come abitazione permanente, priva di lusso, ma semplice e confortevole. A fine Ottocento venne innalzata la parte centrale del corpo di fabbrica e costruita una loggia-altana settecentesca, seguita dall’ampliamento laterale e dalla ristrutturazione di due rampe di scale che separano il primo piano dal piano terra destinato alle cantine.
L’interno conserva strutture più antiche, forse trecentesche (volte, portali in pietra, soffitti a cassettoni, scale a chiocciola), mentre sale e salotti presentano pareti decorate a tempera policroma e monocroma dell’Ottocento. Il salone d’ingresso è un piacevole ambiente dall’aspetto di un gazebo: pareti dipinte con fiori, piante, viti e grappoli, oltre a un pappagallo appollaiato e legato con una sottile catenella. Il soffitto appare come un cielo purissimo allietato dal volo di coppie di animali domestici.
Di fronte alle Farnete, dall’altra parte della strada, è situata una cappella gentilizia della fine Ottocento dedicata alla Madonna delle Prata, ampliata nella parte dell’abside per potervi collocare un pregevole ciclo di affreschi quattro-cinquecenteschi un tempo situato in una proprietà dei Lepri a Campi Bisenzio. Nella cappella vi sono sepolti Federico Lepri e i suoi familiari. Attualmente l’esterno della cappella, circondato da un basso muro di cinta e adorno di un vialetto, è in stato di abbandono ma si riesce ancora a percepire che un tempo l’area doveva essere armoniosa ed intima.
Oggi Villa Le Farnete è divenuta un centro accogliente per ricevimenti, pranzi di lavoro, cene private. Offre anche un servizio di bed and breakfast.
BIBLIOGRAFIA
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